World Music Festival

Parco dei Monti Lattari

Casa della Corte

Nel corso dell'anno ad Agerola vengono organizzate numerose manifestazioni,
sia folcloristiche che religiose, che testimoniano la volontà di conservare inalterato
un patrimonio culturale che si perde nei secoli.

 

 

Ciccio Merolla    
Agerola World Music Festival
 
 
 

 

Luna d'Agerola    
GUSTA LA PATATA
 
 

 

Luna d'Agerola    
Agerola sul Sentiero degli Dei
Festival dell'Alta Costiera Amalfitana
 
 

 

 
FIORDIFESTA    
fiordilatte FIORDIFESTA
sagra del fiordilatte e dei prodotti tipici agerolesi
 
 

 

Amalfi Coast Trail    
Amalfi Coast Trail
dal 13 al 20 ottobre
 
 
 
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Settimana Santa    
la processione della Settimana Santa
Settimana di Pasqua
 
 
 

Le sante processioni teatralizzate, le sacre rappresentazioni penitenziali, le flagellazioni sono tutte cerimonie proprie del Venerdì Santo; nella cultura popolare italiana tutte queste espressioni costituiscono dei riti di meditazione collettiva sul mistero della morte. Da sempre la Settimana Santa ha rappresentato per la comunità agerolese un momento di forte interiorizzazione religiosa, si veglia, si piange, ci si flagella per ricordare e onorare il sacrificio di Cristo. Le pulizie della casa in questo periodo hanno lo scopo di eliminare lo sporco, simbolo del male, e preparano la casa alla benedizione somministrata dal sacerdote.
La “Processione dei Battenti” del Venerdì Santo, per la numerosa partecipazione dei fedeli, impegna, le strade principali del paese. Le varie scene della Passione di Cristo accrescono la religiosità popolare per la coinvolgente suggestività. Le movenze, le parole dei canti che animano la manifestazione, pur conservando la loro originalità, hanno subìto nel tempo qualche lieve modifica.
Venerdi Santo I Battenti hanno una storia, che affonda le origini in tempi immemorabili. Il loro nome deriva dal fatto che essi, si battevano la schiena con un robusto canapo e portavano un cappuccio bianco per nascondere il volto. Oggi sfilano in un lungo corteo a capo scoperto, in uniformi da soldati.
Le loro armi sono una croce per alcuni, per altri l’elmo, lo scudo ed il gladio, per altri ancora una lunga asta appuntita, solo le pie donne conservano le vesti dimesse come quelle del tempo. Predomina, fra tutti, la figura del Cristo che soffre, impersonificato con orgoglio da uno degli uomini della comunità.
Verso le 14.30, dalla Chiesa della Madonna di Tutti i Santi escono i Confratelli dell’ omonima Congrega assieme a quelli della Confraternita della Buona Morte di Bomerano; indossano la veste bianca, un cappuccio appoggiato sulle spalle e hanno la testa cinta da una corona di rovi, la maggior parte di loro reca delle lampade antiche che, quando si fa sera, s’accendono per illuminare il cammino del corteo.
Uno di essi porta una croce che reca sul patibolum una larga striscia di lino bianco: la benda; altri, sorreggono una statua del ‘700 in cartapesta raffigurante la Pietà; l’Addolorata ha un mantello azzurro tempestato di stelle su una sopraveste rossa su cui sono fissate le sette spade confitte nel petto e sorregge, con immensa dolcezza, il corpo del Figliolo morto.
Venerdi Santo Il corteo attraversa tutto il paese fermandosi nelle varie chiese e nel cimitero; esso è svolto come una Via Crucis e durante il percorso un antico canto crea un’atmosfera di profonda mestizia: si tratta di un diesire con versi del Metastasio eseguito dalla banda del paese.
A Pianillo, nella parrocchia di San Pietro Apostolo, dopo le solenni funzioni del Venerdì Santo, quando ormai è notte fonda, i fratelli della Congrega della Madonna del Carmine si riuniscono nella sacrestia, indossano ampi camici bianchi con dei cingoli rossi e portano delle fiaccole resinose accese; da qui comincia la solenne processione del Cristo Morto. Una croce con delle bende viola e bianche apre il corteo, poi segue una barella sulla quale è deposto il Cristo tolto dalla croce. Nel mezzo del corteo si erge una austera figura vestita a lutto, è la statua della Madonna Addolorata, trafitta dalle sette spade, che accompagna il Figlio al sepolcro. La meta della processione è la vicina chiesa di S. Maria la Manna dove il corpo di Gesù viene deposto, il corteo ritorna poi, nella chiesa di San Pietro Apostolo.
Il mattino di Pasqua la statua del Cristo Morto riappare nella sua vetrinetta a simboleggiare la sua Risurrezione. Vari canti, il cui tema principale è il dolore di Maria vengono intonati.
Venerdi Santo Nella chiesa parrocchiale di S. Maria delle Grazie a Campora i fratelli dell’omonima congregazione cominciano la processione della deposizione del Cristo nella vicina chiesa di San Michele.

 

La Passione di Gesù Cristo
La celebrazione pasquale ad Agerola, con la processione di Gesù Cristo è, allo stesso tempo, un’espressione di religiosità popolare e di folclore. Essa consiste in sette scene attuate in sette luoghi diversi; gli attori si muovono in processione da un posto all’altro, a partire dalla chiesa della Santissima Annunziata della frazione di San Lazzaro, che l’organizza. La prima e l’ultima scena si svolgono su un palco costruito nel Parco della Colonia montana che si trova non lontano dalla Chiesa, mentre le scene intermedie si hanno nelle frazioni di Ponte, Bomerano, Pianillo, Santa Maria e Campora.
Venerdì Santo Il cast è composto da: Ponzio Pilato, Erode, Cristo, Maria, Maddalena, Veronica, due Pie donne, il consiglio del Sinedrio, alcuni anziani Ebrei, i due Ladroni, Giuda e gli Apostoli, Simone di Cirene, soldati appiedati e cavalieri, araldi e le guardie di Cristo; inoltre, vi è un narratore, che indossa un semplice abito e che rappresenta una figura centrale nella processione la quale dura più di cinque ore.
Su un piccolo ponticello tra le frazioni di Ponte e Bomerano, due cortei si incontrano: quello proveniente da San Lazzaro e quello del Cristo morto di Bomerano. Gli attori che impersonano il Cristo e Maria incontrano le statue della Madonna Addolorata e del Cristo Morto; il drammatico incontro diventa così una specie di visione futuristica rappresentante il futuro prossimo di Maria e Gesù.
La rappresentazione della Passione di Cristo è una tradizione che va avanti dagli inizi del secolo; particolarmente suggestivi sono i costumi indossati dagli attori in quanto simulano appropriatamente il mondo romano, ad esempio per i soldati vi sono elmi, sandali, bianche tuniche e perfino le briglie dei cavalli rosse e dorate. Anche l’ interpretazione degli attori riscuote generalmente un grande successo.

 

Primo episodio: San Lazzaro
La rappresentazione prende il via sul palco costruito nella Colonia montana.
La scenografia è rappresentata dal paesaggio: una collinetta verdeggiante dove si stagliano maestosi alberi di latifoglie tra i quali si apre lo squarcio di luce azzurra del Fiordo di Furore, uno dei punti più affascinanti della Costiera Amalfitana.

Secondo episodio: Ponte
Nel piazzale antistante la chiesa si svolge la scena in cui Barabba viene liberato al posto di Cristo, sono gli spettatori raccolti intorno alla figura di Pilato a chiedere che venga rilasciato.

Venerdi Santo

Terzo episodio: Bomerano
Di fronte alla chiesa di San Matteo Apostolo viene rappresentata la scena del dialogo tra Cristo ed Erode e quella della condanna finale da parte di Pilato. Gli episodi si svolgono su un balcone di un vecchio palazzo che sovrasta la grande piazza dove sono dislocati tutti gli altri attori. La scenografia opportunamente allestita dà allo spettatore l’ impressione di trovarsi nel periodo romano. Pilato ed Erode vestono in modo sobrio e verosimilmente tipico dei tempi a cui si riferisce l’azione. I soldati che scortano Cristo, indossano tuniche marroni con calze arancioni e con elmetti nel rispetto del tempo e della tradizione. Venerdi Santo

I sei uomini del Consiglio hanno un vestito bianco con turbante colorato; le Pie donne indossano invece abiti color pastello. Giuda veste come un villano, ha un grande mantello e un cappello color fango, il volto abbrutito da una severa barba nera.
Il Cristo appare molto imponente inizialmente con una veste bianca ma poi per ordine di Erode viene coperto da un manto rosso simbolo della sua pazzìa. Pilato ed Erode sono dei personaggi il cui copione prevede un ruolo impegnativo, dovuto anche al senso retorico delle loro battute.
Il Consiglio parla con tono sontuoso e spesso all’unisono, per dare l’ impressione del potere. Il compito degli attori è quello di trasmettere allo spettatore il senso della grande sofferenza subita dal Cristo prima della morte, la Passione viene vissuta in tutta la sua drammaticità.
Durante la rappresentazione vi è un profondo silenzio interrotto dal ritmato scalpitío degli zoccoli dei cavall, si percepisce persino il rumore dei passi degli attori, questi rumori si fondono ai canti tradizionali agerolesi.

Quarto episodio: Pianillo
Cristo cade sotto il peso della Croce, il corteo viene accolto da una folla di spettatori lungo la strada e sui balconi che si stringono intorno agli attori. Venerdi Santo Quinto episodio: Santa Maria
In questa scena si sente solo la voce del narratore, che commenta la seconda caduta di Cristo. Gli spettatori hanno ora molto più spazio per assistere agli avvenimenti, in quanto qui vengono riservate tre nuove zone per il pubblico, che comunque si accalca sui balconi, sui muri della strada e sulle scale della chiesa di Santa Maria la Manna.

Sesto episodio: Campora
Sulla piazza antistante l’imponente chiesa della Madonna delle Grazie, si svolge la scena dell’incontro della Veronica col Cristo. Le aree per gli spettatori sono disposte in modo da formare un cerchio attorno agli attori; qui l’atmosfera che si crea è del tutto particolare anche per la composizione della scenografia che è più austera e formale rispetto alle frazioni.

Venerdi Santo

Settimo episodio: San Lazzaro
Mentre il cronista offre al pubblico una sintesi degli episodi che sono stati rappresentati in precedenza, dietro un tendone tre attori montano le croci; quando viene tolta la tenda appare il Cristo crocifisso tra i due ladroni. La scena ha luogo quando è ormai buio e la collina è illuminata tenuamente da riflettori colorati e da fiaccole poste lungo la parte finale del tragitto. Negli spettatori si crea profonda commozione. Venerdi Santo Stanco ed esposto al vento, il Cristo è colui che realmente sente la sofferenza. L’attore che impersona Gesù prepara sé stesso sia spiritualmente che fisicamente, con un rigoroso digiuno prima e durante il Venerdì Santo.

 
 
 

 

             
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